XVI secolo, scuola bresciana
San Giovanni Evangelista e San Luca
(2) Olio su tavola, cm 42 x 15
Le due tavolette presentano i Santi Giovanni Evangelista e Luca: a rendere facilmente identificabili le figure sono i simboli del tetramorfo che li accompagnano, l’aquila – rappresentativa della visione spirituale e teologica dell’evangelista – per Giovanni ed il bue – che rimanda al sacrificio di Zaccaria – per Luca. La rappresentazione degli evangelisti con i rispettivi simboli del tetramorfo si diffonde in ambito francese e spagnolo sin dal 1100 – uno degli esempi più precoci coincide con il rilievo scultoreo del portale della cattedrale di Burgos, in Castilla y Leon – e prospera in Italia tra il basso medioevo ed il primo rinascimento, risultando ancora fortunata nel Cinquecento. La rappresentazione di San Giovanni con l’aquila viene messa in atto nel Cinquecento, tra gli altri, dal Correggio presso la lunetta affrescata per la chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma; tra gli artisti che nel XVI secolo rappresentano San Luca con il bue vi è invece il fiorentino Giorgio Vasari, che sviluppa questo tema iconografico nel dipinto realizzato per la cappella di San Pio in Vaticano. I colori vividi e brillanti delle figure, che si stagliano su un terso cielo azzurro, ricordano alcune delle più celebri opere dei maestri bresciani della metà del Cinquecento: un riferimento per l’artista del dipinto potrebbe essere stato certamente il dittico di San Giovita e San Faustino a cavallo della Basilica di Santa Maria in Valvendra di Lovere, con cui le tavolette condividono le cromie sgargianti e i contorni sfumati. A livello iconografico, l’artista potrebbe aver guardato invece all’arte bergamasca, soprattutto al Moroni, con particolare riferimento ai Santi Giovanni Evangelista e Paolo, due tavole attualmente in collezione privata citate dalla storica dell’arte Mina Gregori in Giovan Battista Moroni del 1979 (p. 285, nn. 149-150; p. 335, figg. 5-6).